Affrontare il cambiamento climatico è senza dubbio una delle maggiori sfide che i sistemi di utilizzo dell’energia da biomassa devono affrontare.
La dipendenza dell’economia dai combustibili fossili e il loro enorme consumo per la produzione di energia, è stata definita da scienziati e politici come il principale fattore di esacerbazione del fenomeno del riscaldamento globale, con tutte le conseguenze conosciute (innalzamento del livello medio del mare, condizioni meteorologiche estreme, ecc.).
La neutralità del pellet in termini di emissioni di anidride carbonica (CO2) non deriva dal fatto che non rilasciano questo particolare gas durante la combustione, cosa impossibile per qualsiasi combustione di composti contenenti carbonio; L'ecocompatibilità del pellet deriva dal fatto che per la sua produzione vengono utilizzate materie prime naturali (ad esempio residui di disboscamento, segatura, colture speciali) che per la loro crescita assorbono all'incirca la stessa quantità di anidride carbonica che emettono durante la combustione. Di conseguenza, il bilancio complessivo del trasporto di anidride carbonica nell’atmosfera è, approssimativamente, pari a zero. Naturalmente ci sono diversi parametri che devono essere presi in considerazione per un calcolo più rigoroso del bilancio del carbonio, come ad esempio l’efficienza del sistema di combustione del pellet o il consumo energetico delle unità di produzione di questi biocarburanti.
Negli ultimi dieci anni sono state condotte diverse indagini in tutta Europa per chiarire la questione se si tratti di pellet
La biomassa è un combustibile più rispettoso dell’ambiente rispetto ai combustibili fossili convenzionali. In uno studio correlato del Dipartimento del Commercio e dell’Industria del Regno Unito (2003), in cui sono state esaminate le emissioni di anidride carbonica provenienti da vari combustibili, durante tutto il loro ciclo di vita, si è riscontrato che per megawattora (MWh), i pellet di biomassa producono meno di 5% del corrispondente emissioni di petrolio. In confronto con il gas naturale (che viene “pubblicizzato” come combustibile pulito), gli stessi scienziati hanno stimato che le emissioni di anidride carbonica dei pellet corrispondono a soli 5,5%. In ogni caso, sia il petrolio che il gas naturale sono, per definizione, combustibili non rinnovabili, a differenza della biomassa, che è anch’essa, per definizione, un combustibile rinnovabile.
La famosa Agenzia per la Protezione dell'Ambiente degli Stati Uniti. (USEPA) si riferisce ai pellet di legno come combustibile rinnovabile prodotto da legno compresso ed essiccato o da altre fonti di biomassa. Aggiunge che le stufe che utilizzano pellet di biomassa inquinano così poco che la certificazione USEPA non è necessaria. (come avviene con le tradizionali stufe a legna).
L'Istituto speciale austriaco per l'urbanizzazione e l'edilizia abitativa (Istituto speciale austriaco per l'urbanizzazione e l'edilizia abitativa) ha riferito, come risultato di una ricerca, che una famiglia media in Austria che utilizza pellet al posto del gasolio per il riscaldamento contribuisce alla protezione dell'ambiente riducendo la quantità di anidride carbonica di 10 tonnellate che scaricano annualmente.
Il collegamento diretto che esiste tra l'uso del pellet e la tutela dell'ambiente è dimostrato, in pratica, dal fatto che i maggiori consumi di pellet si verificano nei paesi economicamente avanzati e sensibili all'ambiente. Tra questi spicca la Svezia, il paese con il maggior consumo di pellet da biomassa in Europa, che, di fatto, nel 2009 ha utilizzato più biomassa che petrolio per soddisfare il proprio fabbisogno energetico.
Sono numerosi gli esempi a livello mondiale provenienti da enti e studi ufficiali e affidabili che dimostrano il contributo del pellet di biomassa alla riduzione delle emissioni di gas serra. L'anidride carbonica non è, però, l'unico prodotto gassoso della combustione che preoccupa.
Nel periodo 1980-2000 si è verificato un forte calo della quantità di monossido di carbonio (CO) emesso dai sistemi domestici di combustione del pellet, fatto attribuito allo sviluppo tecnologico di questi sistemi; Allo stesso modo, il particolato sospeso (PM10) è un inquinante altrettanto importante quando si bruciano combustibili solidi. Analogamente al caso del monossido di carbonio, la tecnologia dei sistemi di combustione del pellet si è sviluppata così rapidamente che in vent’anni è stata ottenuta una riduzione delle particelle emesse dell’ordine di 1%. Vale la pena notare che le emissioni di PM10 derivanti dalla combustione del pellet sono inferiori di 5% rispetto a quelle emesse dai tradizionali caminetti a legna.
fonte: energia da biomassa
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